Stalin ascoltava molto la radio. Un giorno telefonò al Comitato della radio domandando se avessero il disco del concerto n. 23 per pianoforte di Mozart, che aveva ascoltato il giorno prima durante una trasmissione. “Era la pianista Yudina che suonava”, aggiunse.
Si fece sapere a Stalin che sì, sicuro, quel disco esisteva. In realtà non esisteva alcun disco. Il concerto era stato trasmesso in diretta dallo studio. Ma si aveva una paura mortale di dire no a Stalin. Egli ordinò che gli si portasse quel disco alla sua residenza.
Panico al Comitato della radio. Si convocò la Yudina, si mise assieme l’orchestra e si fece in tutta fretta una registrazione durante la notte. Tutti tremavano dalla paura, salvo la Yudina che non aveva paura di niente. Lei stessa mi raccontò che bisognò cambiare due direttori d’orchestra, tanta era la paura. Solo il terzo riuscì a portare a termine l’incisione. L’indomani si stampò un esemplare unico del disco, in un lasso di tempo di una brevità storica, e lo si fece giungere a Stalin.Un record di servilismo.
Qualche tempo dopo, Maria Yudina ricevette una busta contenente ventimila rubli, per ordine di Stalin. Allora gli scrisse una lettera, e sono convinto che il suo racconto è la pura verità, Yudina non mentiva anche se aveva un carattere bizzarro. Eccone più o meno il contenuto:
“Vi ringrazio per la vostra generosa offerta, Yossif Vissariovich. Pregherò per voi giorno e notte perché il Signore vi perdoni i vostri gravi peccati contro il popolo e la nazione. Quanto al denaro, ne ho fatto dono alla parrocchia, per i lavori di restauro.”
E Maria Yudina inviò questa lettera a Stalin. Stalin lesse la lettera e non pronunciò una parola. Non si aspettava da lui che un semplice movimento del sopracciglio, e la Yudina sarebbe scomparsa per sempre.
Ma egli mise a posto la lettera senza dire una parola. Non successe niente alla Yudina. In realtà Stalin era superstizioso; i tiranni e gli innocenti sono sempre stati gli stessi, in tutti i tempi.
Si afferma che il concerto n° 23 di Mozart suonato da Maria Yudina era sul giradischi di Stalin il giorno in cui fu trovato morto nella sua residenza. Era l’ultima cosa che aveva ascoltato prima di morire.
Dmitrij Šostakovič – Memorie – Ed. Mondadori, 1979
[Traduzione di Francesco Saba Sardi]