Voleva andare in africa Chiara da piccola, voleva fare la hostess e girare il mondo, poi si era iscritta a Medicina. Sogni rimasti nel cassetto. A sorpresa, a 17 anni, sente un dolore acuto mentre gioca a tennis. La diagnosi è impietosa: una grave forma di tumore osseo.
E ben presto si dilegua ogni speranza di guarigione. Perde l’uso delle gambe. Quando subentra una grave emorragia, i medici si chiedono se lasciarla morire o procedere alla trasfusione tentando di salvarla, ma rimettendo così in moto anche le sofferenze.
Decidono per la vita. Chiara vivrà ancora un anno, ma sarà il più bello. Si affida a Dio, accetta la sua volontà, fa di tutto per trasformare i suoi atroci dolori in momenti di serenità e di pace per gli altri.
Chi va a visitarla in ospedale con il desiderio di infonderle coraggio, ne esce sconvolto e cambiato: è Chiara, con il suo volto luminoso e con un perenne sorriso sulle labbra, che contagia i presenti diffondendo serenità e pace.
Capita anche che ci sia qualcuno che ammette di avere sperimentato, entrando in quella stanza, il Paradiso. Uno dei medici curanti, non credente e critico verso la Chiesa, dichiarerà: «Da quando ho conosciuto Chiara, qualcosa è mutato dentro di me. Qui c’è coerenza, qui del cristianesimo tutto mi quadra»
Poche ore prima della fine, si era preparata al suo funerale pensando a tutto: ai canti, alle preghiere dei fedeli, ai fiori, alla pettinatura, al vestito che aveva desiderato indossare: bianco, da sposa. Alla mamma Maria Teresa aveva confidato: «Quando mi vestirai non dovrai piangere, ma dire: “Adesso Chiara Luce ha smesso di soffrire, vede Gesù”». Poi le aveva scompigliato i capelli esclamando: «Sii felice, perché io lo sono».
Tratto da OGGI Focus 24.09.2010 Chiara Luce Badano diventa beata
Entrata giovanissima nei Focolarini, Chiara era stata ribattezzata «Luce» proprio dalla fondatrice del Movimento Chiara Lubich, per il suo sorriso radioso e la letizia che trasmetteva. È morta non ancora diciannovenne meno di vent’anni fa, il 7 ottobre 1990.