Una serata all’apericena Spei è un’esperienza nuova, per tutti, anche per me. Uno dei primi ad arrivare è Claudio che non vedevo da mesi a causa di una malattia che lo aveva tenuto lontano dal lavoro, in LB, dove lo incontravo tutte le mattine. E’ sorridente, solare, risorto. Poi ecco Olof il mio amico svedese “che parla bene l’italiano” e mi accorgo che di fronte al nostro bar la scuola di inglese proprio stasera ha lanciato una nuova iniziativa e molti giovani si agitano davanti all’entrata. Così andiamo insiema a conoscerli: Spei + MyEnglish in mezzo l’Agorà, la Piazza: Olof è la persona giusta per unire le strade.
Ma quando sono lì che balbetto in inglese, mi squilla il cellulare, mi rivogliono al bar Spei. C’è un imprenditore che è venuto da Reggiolo per parlarmi. Aveva un’azienda con 200 dipendenti nel settore della maglieria. Vorrebbe fare qualcosa con noi, gli è piaciuto il libro e la parte dove parliamo della Provvidenza. Dice : “io non l’ho mai vista”, ma gli piacerebbe. E subito Maria Teresa delegata ANT si avvivcina per porgermi un sacchetto: “Ingegnere ho una cosa per lei”. C’è un biglietto sopra il sacchetto con scritto: 7 camicie lavate e stirate taglia 44 (17 e mezzo). Lo mostro a lui che indossa una bella polo azzurra. No, grazie mi dice, ma sentiamoci, ora devo andare. Ma è il cambiamento che ha chiesto!
Non c’è tempo di spiegarglielo, Adelaide mi prende da parte e sfila da un sacchetto un rosario rosso come le rose di maggio. E’ da pregare il primo mercoledì del mese – mi spiega – per avere la potenza divina dell’amore. Non c’è tempo neppure per arrivare al prossimo mercoledì e vederne l’effetto. Mentre lo tengo in mano suona ancora il telefono : è un numero che arriva da lontano, molto lontano, troppo lontano e che già dodici volte mi aveva cercato oggi. Temendo l’addebito telefonico dei numeri esteri non avevo voluto rispondere, ma lì con lei e quel rosario potente, mi sono arrischiato. Era Samir dal Marocco! Non lo sentivo da un anno! Samir -dico – mica mi butterai a terra il mio conto corrente con questa telefonata? Ma noo, non si preoccupi – risponde – pago io! E questo mi sembra già un miracolo..”Senta non sa cosa mi è successo..”e mi racconta di un altro Stefano conosciuto in Marocco, che disegna con Catia..”e ora devo mandarle un ragazzo, posso dargli il suo numero?” “Certo” dico e guardo Adelaide, che ha già capito e si allontana perchè la sua missione è già conclusa.
Rimango con Maria Teresa e finalmente posso bere il mio spritz. Lei mi racconta un episodio, che parla del suo cambiamento: mentre il fratello era malato di tumore, una notte si svegliò d’improvviso, una luce illuminava la sua camera da letto, come a giorno; poi la porta sbattè, la luce svanì e rimase un profumo di rose fortissimo. “Sai quella sensazione di non essere soli nel dolore?”. Lo dice inumidendosi gli occhi. Da allora Maria Teresa lotta per non lasciare i malati soli a soffrire in un squallido ospedale e li riporta a casa perche i medici dell’ANT possano curarli con dedizione.
Seguo con lo sguardo Giorgio che abbraccia gli amici della radio. Quando faceva il DJ in molti lo seguivano via etere, oggi vengono fino qui a sentire dalla voce in diretta la sua storia e la storia della Spei che non si può raccontare. Perchè la Spei vive nei gesti delle persone, nelle azioni immediate dei partecipanti e nei segni che Dio manda per accompagnarli.
Stiamo per chiudere, tre ragazzi della scuola di inglese vengono a prendere una birra, ma in realtà sono mossi dalla curiosità di conoscere anche loro la storia di questo apericena. Dò loro il libro in mano e uno dei tre, che viene da Boston e si dichiara ateo, apre il libro a caso per tradurlo in inglese ai suoi amici. E’ l’episodio di Enzo che inizia così : Non solo Stefano ha il coraggio dell’annuncio.. continua e a metà della pagina arriva la frase “credere nel cambiamento” che recita con enfasi “Believe in change“. Come non ringraziare Maria di tutto questo?
Domenica sono a messa, all’altare due bambini saranno battezzati, si chiamano come i miei figli: dovevo essere proprio qui oggi, penso. Il prete tira fuori da una busta due abitini bianchi e glieli infila. Il battesimo è rivestirsi di Cristo, un cambio d’abito – dice -, un cambio di abitudini.
S.P.