Gemma vedeva costantemente il suo Angelo con i suoi occhi; essi si parlavano, come da amica ad amico; pregavano insieme. Egli vegliava su di lei mentre riposava.
Nel suo Diario, al 21 giugno 1900, così scrive:
“Questo pomeriggio dopo la mia Confessione con Padre Vallini, mi sono sentita improvvisamente agitata e disturbata; era un segnale che il diavolo era vicino…. Il nemico, che si era ben nascosto per alcune ore, apparve nella forma di un minuscolo tizio, ma così orribile che io fui quasi sopraffatta dalla paura.
Continuando a pregare, immediatamente cominciai a sentire dei colpi sulla mia spalla che durarono per circa mezz’ora.
Poi il mio Angelo Custode venne a dirmi ciò che stava succedendo; lo supplicai di restare con me tutta la notte, ed egli disse: “Ma io devo dormire”. “No”, gli risposi “Gli Angeli di Gesù non dormono!”
“Ciò nonostante”, egli disse sorridendo, “Io devo riposare. Dove mi sistemi?” Io lo pregai di rimanere vicino a me. Andai a letto;dopodiché egli distese le sue ali e si sistemò sulla mia testa. Al mattino egli era ancora lì”.
Quando ella fece questa annotazione nel suo Diario – come le aveva detto di fare il suo padre spirituale –Santa Gemma aveva ventidue anni, non era una bambina. Innocente e ingenua come una bambina, ancora non comprendeva bene. Ella credeva che ogni cristiano vedesse il suo Angelo Custode, come capitava a lei, e rimase molto sorpresa quando le dissero che non era così.
Sabato 11 aprile 2009 –Pontifex – “S.Gemma e gli angeli” di don Stanzione