“Sono interessante per coloro ai quali i soldi non interessano.” Potessimo sempre dire così!
E’ importante essere poveri anche per questo affinchè cioè la ricchezza spirituale attiri senza ambiguità. Quella materiale sia invece restituita. Un giorno ci troveremo ad un bivio così netto che se non ci saremo preparati prima con serenità e costanza, praticando la carità e la misericordia, periremo senza possibilità di appello.
Ieri a messa hanno raccontato un episodio accaduto in India negli anni ’50.
Un indios nel tentattivo di mettersi in salvo dalla guerra in corso tra Cina e India, si era lanciato sulla sua piroga nel fiume e aveva portato con sè un piccolo forziere dove era contenuto il suo tesoro. Quando i soldati nemici dalla riva lo hanno individuato e stavano per sparargli, dalla parte opposta una nave si è fatta prossima a lui e gli ha lanciato una corda per farlo salire. Ma l’indios non ha voluto lasciare il suo denaro e poco dopo i soldati lo hanno centrato. Aveva avuto un attimo per mettersi in salvo e ha preferito morire affondando con il suo inutile tesoro. “O la borsa o la vita” si potrebbe ricordare e lui ha scelto la borsa.
Più vicino nello spazio e nel tempo, a fianco alla mia abitazione c’è un dottore che raccoglie da una sua tenuta di campagna molta verdura. La sua governante me ne ha offerto qualche gorno fa un pò di quella avanzata e che da solo il proprietario non avrebbe potuto consumare. Venutolo a sapere però l’ha rimproverata, anche se il suo freezer era pieno fino all’orlo. E pensare diceva lei che un’altro nostro comune vicino cacciatore, tante volte gli aveva regalato parte delle sue prede di giornata, mai che il dottore lo ricambiasse con qualcosa di suo. Eppure quest’uomo è di modi gentili, affabile, buon cristiano, assiduo nella messa.
Dice la psicologia che ciò che s’impara nei primi 6 anni di vita rimane impresso indelebilmente. E la fame del dopo guerra può essere stata un fattore. Ma rimango commosso a pensare cosa potrebbe aver conosciuto in quegli stessi anni invece la mamma di Tiziano, che ho incontrato la settimana scorsa a Maranello.
Dopo sposata si prodigò per i poveri e i malati con tale assiduità da diventare un simbolo nascosto nel paese della Ferrari. Aveva cominciato con il raccogliere il cartone casa per casa alla fine della giornata di lavoro. Lo portava davanti alla porta della canonica, lo spazio a lei assegnato dal parroco. Poi arrivava il ragno di Bettelli che lo caricava e lo portava via, lasciando qualche piccola somma.
E di piccola somma in piccola somma la mamma di Tiziano per cinquant’anni ha aiutato a portare a Lourdes molti malati. Convinse anche altri a partecipare: c’erano i ragazzi con il pulmino che il sabato finito il lavoro passavano a svuotare le soffitte in cerca di qualche gioco o giornalino e intanto il cartone in più lo portavano da lei.
Poi vennero gli extracomunitari i primi negli anni novanta. Due marocchini che dormivano in macchina perchè nessuno li voleva in casa, venivano in parrocchia a prendere come oggi tutto quello che trovavano e mentre la mamma di Tiziano gli mostrava i vestiti dismessi questi dicevano tra loro, questo è proprio buono per mia figlia e questo per mio filgio e questo per mia moglie, che avevano lasciato in Marocco.
E alla fine venne il giorno che non potevano più stare e non avendo i soldi per il viaggio la chiesero alla mamma di Tiziano. E lei raccolse anche quella somma, ma non potendogliela consegnare personalmente il giorno prima della partenza la fece portare dal marito al parroco, il quale vedendo la busta esclamò: “Anche questa volete dare a quelli lì?”. E il marito : “Se non li prende lei in casa..”
Abbiamo nel cuore una ricchezza senza denaro, un tesoro che nessuno può eliminare, una forza capace di rovesciare i potenti e cambiare il mondo. Basta credere.