La “piaga” nascosta

FLORIANA, domenica, 18 aprile 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha compiuto questa domenica un gesto antico, donando una Rosa d’Oro al Santuario di Nostra Signora di Ta’ Pinu, a conferma della devozione del popolo maltese per la Madonna.

Queste Rose vengono benedette dal Papa durante la Quaresima. In passato i Papi riservavano questo tipo di dono a Re e Regine, o ad altre personalità cattoliche illustri, in segno di rispetto e amore paterno. In alcune occasioni sono state anche donate a governi e città particolarmente meritevoli per il loro spirito cattolico e la loro lealtà verso la Santa Sede.

Non si sa con precisione quando questa pratica abbia avuto inizio. Alcuni sostengono che si debba a Charles Le Magne (742-814), ciò che è certo tuttavia è che si deve far risalire a prima del 1050, perché Papa Leone IX (1049-1054) ne parla come di una usanza antica.

Si calcola che nell’ultimo millennio siano state offerte 180 Rose d’Oro, di cui 7 nell’ultimo secolo.

Il santuario di Ta’ Pinu  è situato al centro dell’isola di Gozo e deve la sua origine ad una cappella dedicata, nel 1545, alla Madonna Assunta  e  chiamata Ta’Gentili, il nome della famiglia che l’aveva costruita. 

Nel 1619, la chiesetta fu restaurata da un certo Pinu Gauci, che vi fece dipingere dall’italiano Amedeo Perugino il quadro della Vergine Assunta che ancora oggi si venera. Da allora la cappella fu denominata “Ta’ Pinu”, cioè di Pino, ma nel 1663 essa fu chiusa al culto durante una visita apostolica. 

Restando abbandonata o sporadicamente frequentata, nessuno pensava più ad una sua riapertura, quando il 22 giugno 1883 si verificò sul posto un evento prodigioso.

Una giovane contadina, Carmela Grima, mentre tornava a casa la sera, dopo un giorno di duro lavoro nei campi, sentì venire dalla chiesetta una voce femminile, che le diceva: “Recita tre Ave Maria in onore dei tre giorni durante i quali il mio corpo rimase nella tomba”. La donna si confidò con un pio giovane, il quale, a sua volta, le rivelò di avere sentito nello stesso luogo una voce che lo invitava a pregare per la “piaga nascosta” di Gesù, quella che il peso della croce gli aveva causato alla spalla. Ben presto la notizia si diffuse e la gente accorse.  

Nel frattempo il vescovo del luogo, dopo aver interrogato i due veggenti, autorizzò la pratica del culto, che si diffuse ulteriormente quando nel 1887 gli abitanti di Gozo rimasero totalmente immuni da un’epidemia di colera. Cominciarono i pellegrinaggi, accaddero fatti prodigiosi e si pensò a costruire un grande santuario che avesse incorporato l’antica cappella di Ta’ Pinu.

 Il 30 maggio 1920 fu posta la prima pietra del santuario; il nuovo santuario, tutto in pietra locale e in bello stile romanico-bizantino, venne consacrato nel 1931; l’immagine fu incoronata dal Capitolo Vaticano nel 1935. Per festeggiare il primo centenario dell’apparizione della Madonna a Ta’ Pinu si tennero a Malta, nel settembre 1983, il IX Congresso mariologico internazionale e il XVI Congresso mariano internazionale. 

La funzione conclusiva fu tenuta sul sagrato del santuario dal cardinale Salvatore Pappalardo di Palermo, legato pontificio. Sullo stesso sagrato Giovanni Paolo II, in visita pastorale a Malta, il 26 maggio 1993, celebrò la Messa e tenne l’omelia, raccomandando a tutti i maltesi di continuare ad affidarsi, come i loro avi, alla protezione e alla cura materna di Maria