Da un bidone della spazzatura e’ spuntata una corda

L’impresa è di quelle epiche.

Qualche mese fa Zanardi aveva conosciuto Eric Fontanari, un diciassettenne rimasto tetraplegico dopo un incidente domestico. Il sogno del ragazzo era quello di partecipare alla maratona di Venezia e dopo averlo confessato al campione olimpico si sono decisi a provare l’impresa. Con una handike costruita appositamente (una versione modificata di quella utilizzata l’anno scorso per arrivare al traguardo con il malato di SLA Francesco Canali), Zanardi è riuscito a sospingere Fontanari sino al chilometro 25. Quando però l’olimpionico si è accorto delle difficoltà del compagno.

Il primo pensiero è stato quello di abbandonare la gara, visti i problemi fisici di Fontanari. Ma, poi, è arrivata l’idea geniale. “E’ stata un’avventura pazzesca – ha confessato Zanardi una volta giunto al traguardo -. Eric ha iniziato a patire il freddo con degli spasmi muscolari e non riusciva più a tenere la sua handbike che piegava tutta a sinistra.

A quel punto ho capito che era troppo rischioso arrivare in queste condizioni a Venezia per cui, memore dell’esperienza dello scorso anno con Francesco Canali, ho deciso di sganciare la ruota anteriore di Eric e agganciare il suo mezzo al mio con una corda trovata quasi per caso sul percorso. Da un bidone della spazzatura è spuntata una corda. Abbiamo smontato la ruota anteriore della carrozzina di Eric, l’ho legato dietro a me e siamo ripartiti. Sembravamo l’A-Team”.

Un atto di generosità incredibile, concluso degnamente. “Siamo ripartiti – prosegue Zanardi -, quando sul Ponte della Libertà iniziava a scendere una pioggia battente e tirava un vento fortissimo. Ma il bello doveva ancora venire: qualche chilometro dopo, infatti, mi si rompeva la guaina del cambio e tutto ciò mi ha costretto ad utilizzare un rapporto durissimo e fare una fatica incredibile.

Poi, miracolosamente, ho trovato un nastro e ho ‘steccato’ la guaina rotta attorno al freno. In questo modo sono riuscito a cambiare di nuovo e rendere quindi più facile la mia pedalata. Inoltre, ero troppo incitato da Eric che dietro di me urlava ‘vai trattore che ce la facciamo, arriviamo al traguardo!’.

Iniziavano così i 13 ponti di Venezia, dove io facevo fatica a tenere l’handbike perché la ruota anteriore slittava, visto che tutto il peso era sbilanciato all’indietro. Avevamo il pubblico e i volontari ad aiutarci, e sapevamo che il traguardo era vicino e non potevamo mai mollare in quel momento”.

Non è mancato un finale palpitante: “Dopo l’ultimo ponte mi sono fermato per attendere l’accompagnatore in bicicletta che avrebbe dovuto portarmi la ruota anteriore dell’handbike di Eric, perché volevo fosse lui a transitare per primo sul traguardo. Purtroppo, l’accompagnatore non è mai arrivato, forse fermato dagli addetti alla sicurezza, e così ho deciso di trainare Eric fino a 1 centimetro dall’arrivo, sono sceso dalla mia handbike e, come già fatto lo scorso anno con Francesco, ho fatto in modo che fosse il suo corpo a transitare per primo sotto la linea di arrivo.

Adesso, con il senno di poi, dico che è stata durissima ma anche stavolta un’emozione incredibile: non potevo arrendermi, perché Eric ci ha creduto dal primo all’ultimo metro.”

L’ennesimo atto d’eroismo di un campione senza fine.

 

Londra 2012 Paralimpiadi – Tratto da : L’ultima grande impresa di Alex Zanardi – Il bi-campione olimpico di handbike ha trascinato al traguardo della Venice Marathon un compagno di gara tetraplegico: qualcosa di semplicemente straordinario anche per le condizioni meteo ai limiti dell’impossibile – Scritto da Mattia FONTANA (Twitter: @mattiafontana83) | Eurosport – lun 29 ott 2012 12:04 CET